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Come abbiamo deciso di immergerci nel tempo, in questa dimensione capace di apparire, ai nostri occhi, tanto fondante quanto instabile? In quale modo decidiamo, quotidianamente, di approcciarci ad essa financo ad esserne indirettamente manipolati? Dov'è il nostro "qui ed ora"? Da dove proveniamo? E verso cosa siamo proiettati? Come scegliamo di misurarla? Le costanti, umane, evoluzioni ed involuzioni storiche, sociali, psicologiche, pragmatiche ecc. ... hanno segnato, in modo genetico-transgenerazionale, l'accelerazione di cui siamo testimoni, seppur spesso ignari e passivi. Stiamo assistendo alla costante ascesa di modelli pensiero-comportamentali divergenti, una volta relegati nella dimensione "normale" di una curva Gaussiana e che ad oggi stanno conquistando uno spazio sempre maggiore tra le fila degli ex minimi percentili. Varrebbe a dire che siamo di fronte ad una esponenziale differenziazione nell'approccio comportamentale e temporale nei confronti di schemi societari in costante disgregazione ma lenta riedificazione. In tal modo ogni generazione ricapitola, compatta e rielabora quanto rimane delle informazioni apprese dalla precedente.